Il 23 maggio 1993 segna il prima e il dopo per tutte le persone che credono nel valore della giustizia e lo dimostrano con l’impegno civile. In quel giorno di trentuno anni fa si consumava la una strage, la strage che determinò l’uccisione del giudice Giovanni Falcone, ma anche l’inizio di una nuova epoca caratterizzata dalla ferma volontà guardare la mafia e i mafiosi senza più chinare il capo anzi alzando la testa certi che la mafia, come tutti i dì fenomeni umani ha un inizio e avrà una fine.
Con gli occhi mirati a questa fine e con la convinzione di potere dare un contributo importante alla lotta contro la mafia e i mafiosi che l’IS Gorgia Vittorini ogni anno celebra il 23 maggio.
Il team dell’educazione alla legalità costituito dalla referente Prof.ssa Maria Fortuna Scavo, e dalle docenti Prof.ssa Daniela Addamo e Prof.ssa Maria Rita Barretta, in collaborazione con l’Ufficio di Presidenza, hanno organizzato l’incontro dal titolo Ricordando Falcone, Borsellino e tutte le vittime innocenti delle mafie.
L’attività ha avuto inizio con l’apertura dell’Aula Falcone, allestita grazie all’impegno dell’associazione Amici di Falcone, che conserva arredi e documenti appartenuti al giovane pretore Falcone che qui a Lentini ha prestato servizio all’inizio della sua professione. Nell’aula Falcone, la Prof.ssa Gabriella Romano, responsabile del plesso Gorgia, accoglie le autorità civili, militari: il Dott. Rosario Lo Faro, sindaco del comune di Lentini; gli assessori Maria Grazia Culici, Cristina Stuto e il Dott. Vincenzo Pupillo, il consigliere comunale Ciro Greco; la comandante della Polizia municipale Melania Incontro; il Commissario Fedele Gallo, del commissariato della Polizia di Stato di Lentini; il luogotenente C. S. Silvio Puglisi, comandante della stazione dei Carabinieri di Lentini; il comandante della Tenenza della Guardia di Finanza di Lentini, Gaetano La Ferlita; il rappresentante dell’ANPS Giuseppe Vinci; l’Avvocato Aldo Failla, presidente dell’associazione Amici di Falcone; il Dott. Crisci, presidente del Consiglio di Istituto; il Dott. Alfio Curcio, presidente della cooperativa Beppe Montana di Libera Terra, che gestisce i beni confiscati alle mafie nelle province di Catania e di Siracusa e il Signor Carlo Catalano, fratello di Cirino Catalano, vittime innocente della mafia. Un omaggio commosso e sentito, come un rituale alla memoria: una rosa viene adagiata sulla scrivania appartenuta al giudice Falcone. Autore del delicato gesto è l’avvocato Failla, che insieme al sindaco Dott. Lo Faro, ricorda l’impegno e la dedizione di un gruppo di lentinesi, grazie ai quali furono raggruppati gli arredi dell’ufficio dell’allora pretore Falcone.
Dal piano terra i convenuti si spostano sul terrazzo Jacopo da Lentini dove va in scena il flash mob della canzone Siamo Capaci, il singolo del collettivo C. I. A. T. U. (Collettivo Indipendente Artisti della Trinacria Uniti), una canzone che vuole ricordare non solo la memoria, ma anche le idee e lo spirito del giudice Giovanni Falcone. Il flash mob è stato ideato ed elaborato dalla Prof.ssa Lucilla Fisicaro con la collaborazione di otto studenti: Battaglia Lorenzo, Caniglia Elena, Castro Angelo, Cottone Benedetta, Gigliuto Giorgia, Indulto Ornella, Linfazzi Sara, Magnano Giulia, Narzisi Mattia, Ravalli Cristiano, Santangelo Miriam, Vasta Giorgia.
Dal terrazzo all’Aula Sgalambro Battiato, si entra nel cuore dell’incontro dal titolo Ricordando Falcone, Borsellino e tutte le vittime della mafia. Trentuno anni dalla strage di Capaci e trent’anni anni dalle stragi mafiose di Firenze, Roma e Milano. A tutte le vittime delle stragi la Fondazione Falcone ha dedicato questo 23 maggio 2023, e in special modo alla piccola Nadia Nencio che il 27 maggio del 1993, perde la vita nella strage dei Georgofili, a causa dell’esplosione di una bomba posta sotto la Torre de’ Pulci, a Firenze. Rimasero uccise 5 persone: la piccola Nadia, il padre, la madre, la sorellina di 9 mesi, e Dario Capolicchio, studente universitario. Pochi mesi dopo, il 28 luglio due esplosioni colpirono Roma, fortunatamente senza causare vittime, ma nello stesso giorno un’altra esplosione a Milano, in via Palestro, provocò la morte di cinque persone. “Il tramonto si avvicina”, è lo slogan della Giornata della legalità del 2023, ispirato all’omonimo titolo dell’ultima poesia della piccola Nadia, il medesimo che ha anche dato il nome al codice dell’operazione della cattura di Matteo Messina Denaro, avvenuta lo scorso 16 gennaio.
Nadia con la mamma e il papà
In sintonia con la Fondazione Falcone si ricordano, con il magistrato Giovanni Falcone e la moglie e collega Francesca Morvillo, anche i membri della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, ed ancora il magistrato Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli, Agostino Catalano, e tutte le altre vittime della mafia. Ritrovarsi insieme giovani e adulti, studenti e docenti, autorità civili e militari vuol dire rinsaldare l’unità per fare tutti insieme squadra in nome del bene e della giustizia. La mattinata di riflessione prosegue con la proiezione di alcuni video che raccontano le storie di Falcone e Borsellino, del giovane studente Peppino Impastato, del giornalista antimafia Giuseppe Fava, del coraggioso sacerdote palermitano Don Pino Puglisi, del magistrato Rocco Chinnici, considerato l’ideatore delPool Antimafia. I video illustrativi sono stati preceduti da alcune letture recitate dalle studentesse Aldaresi Matilde, Cappello Angelo, Gigliuto Giorgia, Maci Chiara, Parisi Virginia e accompagnate dal sottofondo musicale del pianoforte suonato da Giuseppe Zarbano, e dalle voci canore di Ornella Indulto e Isabella Arisco.
Particolarmente toccante l’intervento di Carlo Catalano che ha raccontato l’ingiusta e drammatica vicenda causata dai mafiosi alla sua famiglia. Il 10 aprile del 1991, davanti a un bar, a causa di un tragico scambio di persona il fratello ventitreenne, Ciro viene ucciso da un commando mafioso in trasferta da Catania. È la stupidità del male che provoca danni irreparabili. «Commentando la vicenda di Ciro, si potrebbe pensare che il giovane si trovasse nel posto sbagliato e nel momento sbagliato- puntualizza Alfio Curcio- e invece no, non è così: Ciro si trovava al bar per un momento di relax e non stava facendo niente di sbagliato!». Con un fragoroso applauso i presenti esprimono di condividere quanto affermato, perchè non è possibile attribuire alle vittime innocenti di mafia alcuna colpa, piuttosto è la mafia che si trova nel posto e nel momento sbagliato, è la mafia che occupa la parte sbagliata della storia.
«La celebrazione del 23 maggio – dichiarano i promotori dell’attività – ha un duplice scopo: ricordare per onorare le vittime di mafia e ricordare per rinnovare l’impegno civile a debellare la mafia, promuovendo azioni di legalità. Non bastano i propositi, occorrono azioni concrete perché, come afferma la prof.ssa Maria Falcone, “Dobbiamo vincere la mafia, non soltanto contrastarla”, solo così il tramonto della mafia potrà essere davvero definitivo».
Il Dirigente Scolastico, Prof. Vincenzo Pappalardo, nel ringraziare tutti gli intervenuti sottolinea l’importanza del ruolo delle istituzioni educative nel promuovere l’educazione alla legalità.
Infine gli organizzatori ringraziano tutti coloro che a vario titoli e ruoli hanno contribuito alla realizzazione dell’attività: l’Ufficio di presidenza ovvero il DS Prof. Vincenzo Pappalardo, le vicepresidi Prof.ssa Caterina Battiato e Prof.ssa Lucia Sala, la DSGA Dott.ssa Maria Adagio, la responsabile di plesso Prof.ssa Gabriella Romano, il tecnico Signor Corrado Guagenti, i collaboratori e le collaboratrici di plesso.
Il momento conclusivo viene sottolineato dalle note dell’Inno di Mameli. Uno sventolio di bandiere tricolore ricordano l’importanza, la bellezza e il valore della giustizia e dell’unità nazionale.
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